Sembra quasi paradossale: in un mondo dove tutto corre, dove ogni brand cerca di dire qualcosa in più, più in fretta, più forte, TEDxSondrio ha scelto di fermarsi e chiedersi: cosa conta davvero?
Noi di Pura Comunicazione ci siamo riconosciuti in questa domanda fin da subito. Per questo, quando ci è stato proposto di essere partner tecnico del primo TEDx in Valtellina, la risposta è arrivata senza esitazioni. C’era da costruire qualcosa di nuovo, autentico, significativo. In un territorio che ha tanto da raccontare, ma spesso fatica a trovare un linguaggio che lo rappresenti davvero. Essere parte di questo progetto – dalla definizione dell’identità visiva alla gestione dei contenuti, dalla strategia comunicativa alla presenza attiva sul campo – non è stato un semplice lavoro. È stato un modo per portare in scena ciò che facciamo ogni giorno: costruire senso, attraverso le parole e le immagini.
Non a caso, il nostro Maurizio Fiora ha ricoperto anche il ruolo di co-organizzatore ufficiale dell’evento insieme a Fabrizio Capobianco, contribuendo in prima persona alla sua nascita e alla sua visione.
Raccontare “l’essenziale” senza perderlo
L’essenziale, tema portante di questa prima edizione, non è rimasto un’etichetta. È diventato un principio guida. Un criterio con cui scegliere gli speaker, i toni, le forme. Una bussola per decidere cosa dire, come dirlo e cosa lasciare fuori.
Da parte nostra, abbiamo messo in campo tutta la sensibilità necessaria per tradurre questo concetto in comunicazione:
- niente effetti speciali inutili
- niente claim sensazionalistici
- niente “tono TED” replicato in modo meccanico
Abbiamo invece lavorato per trovare la voce giusta per ogni elemento dell’evento, dalle grafiche ai testi, dai post social alla cartella stampa. Una voce coerente, chiara, accessibile, ma anche capace di emozionare e aprire spazi di pensiero.
Comunicare un evento che ha lasciato il segno
Il risultato è stato un evento sold-out in meno di 24 ore. Una sala gremita, un pubblico attento, una risonanza locale e nazionale che ha superato ogni aspettativa. Ma il valore vero è arrivato dalle persone, dalle parole, dalle storie.
Sul palco si sono alternati speaker con background molto diversi: lo sceneggiatore Luca Manzi, la critica gastronomica Roberta Schira, l’alpinista Oreste Forno, la founder innovativa Monia Polizzi, l’attrice comica Corinna Grandi, il maestro zen Carlo Tetsugen Serra, solo per citarne alcuni.
Ognuno ha portato un pezzo del proprio mondo, della propria visione. Ognuno ha risposto alla domanda “cos’è essenziale per me?” con profondità, umorismo, coraggio, ispirazione. Per chi c’era, è stato un viaggio. Per chi ha seguito online, un messaggio chiaro: anche da Sondrio si possono accendere idee che meritano ascolto.
Il valore delle relazioni (non solo pubbliche)
Uno degli aspetti più significativi di TEDxSondrio è stato il modo in cui ha preso forma: non da un ufficio stampa, ma da una rete vera, fatta di persone, aziende, istituzioni, associazioni. Un progetto costruito per e con la comunità.
Ed è qui che il nostro ruolo ha assunto un significato più profondo: non solo comunicare un evento, ma facilitare un processo. Creare dialogo, dare coerenza, curare ogni passaggio affinché forma e sostanza si tenessero per mano. Questa è l’idea di comunicazione che portiamo avanti ogni giorno: non un megafono, ma una connessione. Non una vetrina, ma una relazione.
L’essenziale, per noi
Essere partner del primo TEDxSondrio è stata una conferma: di visione, di metodo, di valori. Abbiamo avuto l’occasione di lavorare su un progetto che parlava esattamente la nostra lingua: quella del contenuto rilevante, della forma giusta, della relazione autentica. E oggi, guardandoci indietro, possiamo dire che non si è trattato “solo” di un evento di successo. Ma di un gesto collettivo, capace di lasciare un segno. E di aprire strade nuove, anche nel modo di pensare la comunicazione nei territori.
Il nostro lavoro, in fondo, è questo: aiutare idee forti a trovare le parole giuste. Con passione, con metodo, con cura. E con la certezza che sì: l’essenziale, raccontato bene, ha ancora un potere enorme.
